Bambina abusata dai pedofili scrive a don Di Noto
Enna-Cronaca - 04/05/2009
Avola (SR) – “Invece dei numeri sulla pedofilia oggi ho pensato di dire queste parole: alla luce di questa lettera che mi è pervenuta due giorni fa. Forse una ragazza che è venuta al Convegno, o ha partecipato ai diversi incontri fatti. Credo sia questo la speranza… al di là dei numeri e dei resoconti”.
Don Fortunato Di Noto, il sacerdote fondatore dell’Associazione Meter (www.associazionemeter.org) conclude la XIII GBV – Giornata Nazionale per i Bambini Vittime della violenza, dello sfruttamento iniziata il 25 aprile scorso e conclusasi il 3 maggio. La GBV è nata nel 1995 dopo il tentativo di suicidio di una ragazzina salvata da don Di Noto e dai tragici fatti di pedofilia e per l’ostentazione della Giornata dell’orgoglio pedofilo. Quell’evento ha spinto tutta la comunità della Parrocchia Madonna del Carmine di Avola guidata dal sacerdote siciliano ad aprire una riflessione sull’accaduto e sulla necessità di fare qualcosa contro la pedofilia e per i diritti dell’infanzia, spesso calpestati. La GBV ha avuto il suo epilogo in una chiesa del Carmine gremita (450 persone), dove don Di Noto ha deciso di leggere una lettera ricevuta da Fabiola (nome di fantasia), una ragazza che è stata oggetto di abusi in tenera età.
Il dolore di don Di Noto – Il sacerdote siciliano è commosso: “La pedofilia è il volto disumano dell’amore – dice – . Ciò che è disumano non potrà mai essere accettato. Una disumanità che provoca paura, malattia, suicidi, esclusione, pazzia”. E continua: “E’ disumano pensare ai bambini in tenerissima età (di pochi mesi) violati; è orrore pensare alle segnalazioni dove in foto e video sono ritratti bambini”. Ovviamente quella che pubblichiamo è solo una parte della lettera e dalla ragazza oggetto di abusi abbiamo avuto il permesso di leggerla in questo giorno.
La vittima –È una ragazza che ha avuto nella sua vita la sfortuna di vivere una esperienza di abuso ma che oggi vive serenamente anche grazie al lavoro e all’amore di don Fortunato e a Meter. Questa riflessione vuole essere una testimonianza di come si può tornare a sperare, nonostante esperienze così devastanti. Riportiamo il testo integrale della lettera:
“Ero una bambina, avevo solo 6 anni, eppure la mia innocenza e la mia ingenuità mi sono state rubate quando ancora non ne conoscevo il valore. Mi è stata rubata la fiducia negli altri, mi è stata rubata la spensieratezza, mi è stata rubata la speranza… Ma quel giorno l’ho ritrovata nei tuoi occhi…nel tuo abbraccio..nelle tue parole: non sapevi nulla di me, eppure i tuoi occhi, che hanno visto nella realtà virtuale la realtà terribile di bambini rubati alla loro vita… hanno visto ciò che era accaduto a me… hai letto i miei occhi tristi e impauriti, colmi di rabbia e amarezza, di paura e senso di colpa… hai letto ciò che nessuno sapeva di me. Mi avvicinai a te tra la folla di persone che volevano parlarti e stringerti la mano, mi chiedevo se anche io, piccola e minuta, fossi riuscita ad avvicinarmi a te, …non so come, arrivai, ….mi è bastato guardarti, e null’altro ho saputo dire se non “ti prego, non smettere mai di fare ciò che fai”…e tu, abbracciandomi, mi sussurrasti nell’orecchio: “…stai tranquilla, ormai è tutto passato!..non accadrà più..”…non furono solo le tue parole, fu come lo dicesti e ciò che mi hai trasmesso…
Mi hai restituito la speranza e la voglia di guardare avanti. Oggi anche io vivo per aiutare gli altri, e ogni giorno spero di poter trasmettere agli altri la speranza e la gioia che tu mi hai trasmesso!”
Quando stiamo male, quando ci accade qualcosa di brutto, vorremmo almeno essere capiti, essere abbracciati. Essere supportati da qualcuno che ci sta vicino, che ci aiuti a portare il nostro peso, che ci dia la forza di guardare il domani anche quando non abbiamo voglia di aprire gli occhi. Queste persone ci ridanno la speranza e ci aiutano a credere ancora nella forza dell’amore, queste persone sono i soldati di un’altra umanità. Fabiola”.
Don Di Noto: sono queste le nostre impronte di speranza – Il sacerdote siciliano è commosso: “Queste – dice – sono ‘Impronte di speranza’ (come l’omelia pronunciata il 25 aprile in apertura della GBV) perché al di là dei numeri che potremmo anche rendere pubblici, ci sono le persone che concretamente aiutiamo, in un percorso dove si spezza l’omertà, l’isolamento, l’esclusione”. E conclude con un appello: “ A conclusione della XIII Giornata Nazionale Bambini Vittime contro la pedofilia, chiederei a tutti i comuni italiani di sottoscrivere un appello: apporre all’ingresso di ogni città il cartello: ‘Comune contro la pedofilia e lo sfruttamento dei bambini”.