Enna. Campagne isolate, smottamenti e frane, danni e disagi per circa 50 aziende agricole e di allevamento ormai al collasso. Strada provinciale n. 80 Calascibetta – Cacchiamo, sei anni di pericolose illusioni, sei anni tra proclami, promesse e delusioni. Sei anni senza risposte. Un “popolo” di agricoltori e di allevatori con i loro oltre mille bovini e più di 2 mila ovini in ginocchio sotto i colpi di Madre Natura, ma soprattutto dell’incuria e dalla negligenza di una classe politica che non riesce a guardare oltre il suo naso. Nulla è stato fatto per rendere, anche con modesti interventi, percorribile una strada che serve, soprattutto, agli allevatori per andare ad accudire gli animali che, invece, sono costretti a recarvisi a piedi e caricare le balle di fieno e i sacchi di mangime a dorso di mulo o di asino come si faceva oltre 50 anni fa. “Va bene il ponte di Messina –dicono gli allevatori Gianpiero Prestifilippo, Carmelo e Rosario Bruno, Pasqualino, Nicolò e Giacomo Prinzo, Biagio Lombardo, Mario Doccola, Santo Seminara, Paolo Pagano, Santo Nasello e tanti altri-, ma prima ci facciano le strade. Non è ammissibile che nell’era dell’alta velocità qui in Sicilia le strade si debbano percorrere a piedi e trasportare le merci a dorso di asino. Lavoriamo dall’alba al tramonto 365 giorni all’anno e nonostante ciò ci stanno costringendo a chiudere le nostre aziende. Siamo completamente isolati. Le conseguenze del maltempo –continuano gli allevatori- di qualche mese fa ha reso impraticabile persino la strada comunale “Carminello” che seppure malridotta con trattori o altri mezzi pesanti, quantomeno ci consentiva raggiungere qualche azienda. Ora anche questa è franata. Non riusciamo –sottolineano- a vendere il latte perché le autobotti dei caseifici non riescono a raggiungere le nostre aziende, così come non riescono ad arrivare camion o altri mezzi che trasportano mangimi e foraggio. La nostra situazione è diventata più che mai insostenibile. Abbiamo fatto diversi reclami verbali e scritti alla Provincia, al Dipartimento regionale della protezione civile, al Prefetto, al Comune di Calascibetta finora nessuno ci ha voluto ascoltare. E’ una situazione che risale al 2003, ma adesso tutto è diventato più problematico perché tutte le strade sono bloccate ed è impossibile raggiungere i luoghi di allevamento. La nostra situazione è veramente grave –gridano con rabbia-, speriamo che attraverso il vostro giornale le autorità raccolgano il nostro appello. Noi da soli finora non ci siamo riusciti”. Intanto, gli allevatori esprimono forte preoccupazioni soprattutto per raccogliere il fieno e le altre colture cerealicole che si dovrebbero mietere fra qualche mese. Infatti, c’è il serio percolo se non si interviene anche con soluzioni tampone, non potendo transitare le trebbie, che vadano perse.
Giacomo Lisacchi