Aidone. Alle 13,30 di oggi il primo cittadino aidonese Filippo Curia si è dimesso da Sindaco. L’atto ufficiale è stato presentato alla Segreteria del Comune. Le funzioni, per legge, saranno svolte dal vice sindaco, Carmelo Donatello. “Non ci sono più le condizioni per potere proseguire l’attività amministrativa, in quanto sistematicamente boicottato dalla coalizione di centro-destra” queste le motivazioni di Filippo Curia, che prosegue: “Non sono un Sindaco attaccato alla poltrona, ne tantomeno voglio essere in mezzo Sindaco”.
La lunga lettera, del sindaco Filippo Curìa che spiega la sua decisione: “Le istituzioni perdono vitalità e cessano la loro funzione – scrive Curìa – quando si chiude il canale che le lega alla comunità e che è costituito e alimentato dal rispetto del mandato ricevuto dagli elettori”.
E aggiunge: “Anche ad Aidone, la più nobile assunzione di responsabilità non può sostituire, se non transitoriamente, la più doverosa ed ampia condivisione, se necessario, anche faticosamente ricercata, tra tutti i soggetti politicamente partecipi al governo cittadino”.
Tra i motivi, il fatto che la condivisione sia venuta meno, per esplicita e deliberata scelta di alcuni consiglieri della maggioranza elettorale che hanno ritenuto di sottrarsi alle responsabilità del governo cittadino, perseguendo finalità politiche proprie creando un clima non sereno nell’ambito della coalizione e nei confronti dell’amministrazione. Una collaborazione finita sin dal 2007 quando Curìa ha dovuto prendere atto della mancata collaborazione da parte di alcuni consiglieri di maggioranza e di una crescente ostilità rispetto all’attuazione dei programmi elettorali liberamente accettati, sottoscritti e approvati dal primo Consiglio all’indomani della sua elezione.
“Gli accordi preelettorali -dichiara Curìa, – le finalità e gli obiettivi amministrativi risultano continuamente traditi dai suddetti consiglieri e dai loro dirigenti di partito, facendo opposizione subdola e simulata alcuni, aperta e manifesta altri, certamente più grave e deleteria di quella palese della sinistra”.
Una destabilizzazione ammantata da finte giustificazioni politiche ma che sarebbe la manifestazione di malumori e risentimenti personali con iniziative di costante disturbo: “Trasmettendo l’idea – prosegue Curìa – della mancanza di compattezza ell’Amministrazione che può aver generato nell’opinione pubblica anche la falsa idea della sua debolezza, inefficienza e quindi inutilità, se non negatività”.
“Dall’insuccesso -afferma ancora Curìa – nella ricerca di un accordo serio per la gestione responsabile della parte finale del mio mandato e dalla volontà di evitare una prolungata gestione commissariale, discende la scelta delle mie dimissioni”. Una scelta fatta con rammarico “ma con serenità”.