Enna: Due fratelli, accusati di violenza in comunità di recupero

Enna. Il giudice dei minori presso il tribunale di Caltanissetta, Gabriella Tomai, accogliendo la richiesta del difensore, Giampiero Cortese, su parere favorevole del PM Randazzo, ha deciso di mettere alla prova due minorenni ennesi, fratello e sorella,trasferendoli in una comunità di recupero per minori dove vi rimarranno per un anno e sei mesi. I due minorenni ennesi erano stati arrestati il 3 luglio del 2007 dagli agenti della squadra Mobile perché accusati di violenza sessuale nei confronti di un ragazzino di dodici anni, frequentante allora la quinta elementare. I due, oggi rispettivamente di quindici e sedici anni, secondo l’accusa, avrebbero commesso atti di libidine sulla vittima, alla presenza di un adulto, che sarebbe stato complice. Secondo la sentenze del giudice minorile tra diciotto mesi il reato sarà dichiarato estinto ed i due potranno tornare in famiglia. I fatti risalgono al gennaio del 2007, quando la vittima sarebbe stata resa oggetto di atti di bullismo e poi palpeggiato dalla ragazza, con l’aiuto del fratello e di un adulto, che di recente è stato rinviato a giudizio per violenza sessuale. Durante le molestie, il fratello avrebbe inflitto botte e umiliazioni alla vittima, gli avrebbe gettato contro degli oggetti e spento una sigaretta addosso. I due fratelli rimarranno in due differenti comunità terapeutiche, seguendo un percorso studiato dagli assistenti sociali del tribunale per i minori, ma di fatto sono tornati definitivamente in provincia di Enna. I due fratelli sino alla decisione del giudice si sono trovati “volontariamente” in due differenti comunità del catanese, ma ora tornano in provincia. I due soggetti dovranno andare a scuola e, se il percorso rieducativo risulterà compiuto, tra diciotto mesi saranno completamente liberi. “Sono soddisfatto – ha dichiarato l’avvocato Cortese – perché l’istituto della messa alla prova consentirà di recuperare i due in maniera definitiva, considerato che i fatti avvenuti due anni fa denotavano una situazione di devianza. In questo caso la giustizia potrà contribuire alla loro crescita personale e alla maturazione dei loro rapporti interpersonali”.