Provincia Enna. Dissidi nel PD per capogruppo

Enna. Non è più il tempo della concordia visto quanto sta succedendo nei Palazzi del potere e, soprattutto, nelle segreterie dei partiti. E se il centrodestra piange, il centrosinistra certamente non ride. Lo dimostra il fatto che si può litigare e dividersi anche per chi deve fare il capogruppo in seno al Consiglio provinciale. Stiamo parlando del Pd. È la certificazione della fine di una “diversità”? Della fine di un mito di una sinistra fucina di amministratori apprezzati anche da destra? Sciolto con lo scioglimento di Ds e Margherita? Lo scontro, nonostante tutto, è al color bianco. E ha tanti volti e diverse cause che però, per ora, si riassumono solo nella contrapposizione tra il capogruppo Pd, Mario Alloro, e i consiglieri Franco Costanza e Salvo Notararigo. Un duello esploso fin dall’insediamento del consiglio provinciale, che in una lotta interna senza esclusione di colpi si contendono la leadership e si elegge forse per la prima volta nella storia un capogruppo a maggioranza. “Sono stati invitati –dice Mario Alloro- alla riunione per la nomina del capogruppo. Non sono voluti venire. Il problema è che dall’inizio si era data una certa impostazione, tant’è che Costanza è andato a fare il presidente di commissione e io dovevo fare il capogruppo. Poi lui si è tirato indietro per problemi di natura politica e non penso per motivi nei miei confronti. Abbiamo aspettato otto mesi per tentare di arrivare all’unanimità dell’elezione del capogruppo. Preso atto che le condizioni non c’erano, alla fine si è deciso a maggioranza. Comunque, per quanto mi riguarda, i rapporti sono buoni”. “Non abbiamo condiviso –dicono invece Costanza e Notararigo- il percorso che ha portato all’indicazione del consigliere provinciale Mario Alloro a capogruppo, pertanto non abbiamo partecipato ai lavori del gruppo. Per quanto ci riguarda, si è trattato di una elezione a maggioranza. Riteniamo –continuano Costanza e Notararigo-, per dirla tutta, che dopo il risultato elettorale devastante delle amministrative per il rinnovo del Consiglio provinciale, dove l’elettore più che votare per il centrodestra, ha votato contro il centrosinistra, la riflessione da fare andava in un’altra direzione. Sarebbe stato opportuno cercare di fare un ragionamento in termini di discontinuità con il passato recente, bisognava mettere in atto una strategia tendente al rinnovamento graduale della classe dirigente, anziché l’ennesimo tentativo di autoconservazione tout-court. Comunque, non disperiamo ed andiamo avanti”. Una posizione, quella di Costanza e Notararigo, ma non è la sola: basta ricordare quella di Contino, Di Pietro e Parisi in seno al Consiglio comunale, che mette in ulteriore difficoltà un Pd che cerca il rilancio politico dopo la scoppola delle elezioni, proprio puntando sull’affidabilità dei suoi amministratori locali.

Giacomo Lisacchi