Però, che ne pensa il dr. Piero Ciucci della Palermo-Enna-Catania? Ha mai fatto le stesse verifiche? O in questo caso l’Anas non fa per il semplice motivo che si tratta di un’autostrada gestita dalla stessa Anas? Quante inadempienze potrebbe riscontrare il dr. Ciucci? E a chi eventualmente ritirerebbe le concessioni? A se stesso?
La Palermo-Enna-Catania è ormai ridotta ad una regia trazzera: se solo si dovessero rispettare tutte le limitazioni di velocità dovute a riduzioni di corsia, restringimenti di carreggiata, guard-rail non sostituiti, pavimentazioni a gradoni, gallerie al buio, i 190 km che congiungono le due maggiori città della Sicilia (che sono anche la quinta e l’ottava città d’Italia) si coprirebbero in tre-quattro ore. Se si ci mette di meno è soltanto perché si rischiano le multe e, a volte, anche la vita.
Vi è totale assenza delle colonnine di soccorso, barriere laterali appena sufficienti a resistere ad una bicicletta, svincoli privi di illuminazione, aree di sosta ridotte a discariche.
In queste condizioni, si può chiamare autostrada la Palermo-Enna-Catania?
Il presidente della Provincia di Enna
Cataldo Salerno