Enna, casa-alloggio Quadrifoglio si aggiungono quattro avvisi di garanzia

Enna 03/07/07 – Sei consiglieri dell’opposizione di Calascibetta (Salvatore Rosso, Angelo Condino, Antonio Messina, Roberto Bellomo, Carmelo Cacciato e Salvatore Cucci) hanno inviato un’interrogazione al sindaco, Giuseppe Lo Vetri, chiedendo, data la notevole rilevanza dei fatti accaduti presso la casa-alloggio “Quadrifoglio” con l’arresto della direttrice Olimpia Arangio e del suo collaboratore, Mario Marasà, al quale sono stati concessi i domiciliari, ”quali iniziative intende adottare l’amministrazione comunale sia per quanto subito dai quattro bambini di Calascibetta ospiti della comunità sia per quanto riguarda la tutela dell’Ente comune, che finanziava con circa sedici mila euro l’anno, i ricoveri di questi bambini. Intanto gli insegnanti di scuola dei bambini avevano chiesto al giudice Pallini del tribunale dei minori di poter incontrare i bambini, trasferiti in comunità alloggi di Caltanissetta e Catenanuova, ma la risposta è negativa perché per alcuni di essi si trovano in stato di adattabilità ed allora non è possibile effettuare questo incontro. C’è una parte commovente di questa vicenda ed è che lo stesso giudice ha letto le letterine ed i disegni che erano stati inviati dai compagni di classe ed ha deciso che, a settembre, prima dell’inizio dell’anno scolastico, vuole incontrare questi bambini per farsi un quadro della situazione, avere gli originali dei disegni e delle lettere, ed eventualmente decidere di far continuare a frequentare le classi che frequentavano lo scorso anno per una certa continuità didattica. Intanto l’indagine giudiziaria continua e il Procuratore della Repubblica, Marco Sabella, titolare dell’indagine, ha emesso quattro avvisi di garanzia nei confronti di tre assistenti di uno dei disabili grandi che erano ospiti dell’altra casa-alloggio, che si trovava nello stesso stabile. Si parla di maltrattamenti, di scarsa igienicità, di utilizzo di detersivi per la pulizia dei bambini, di lesioni, di falso in atto pubblico, di avere alimentato male e con cibi quasi scaduti o scaduti i bambini ricoverati. Sulle lesioni e sull’abuso sessuale di uno dei minore da parte di un disabile ci sono tante cose da verificare. Di certo in questa indagine c’è soltanto che l’alimentazione era scadente e venivano utilizzati cibi scaduti o vicini alla scadenza, ed a volte erano gli stessi assistenti che portavano da casa del magiare per i bambini. Accusa questa che grava soprattutto sulla titolare della casa-comunità, Olimpia Arangio, alla quale il tribunale della Libertà ha respinto la richiesta degli arresti domiciliari, presentata dal difensore, avvocato Alessandro Faraci.