Enna 05/06/07 – Doveva essere una casa-alloggio per minori da due a dodici anni e per giovani disabili ed invece la struttura “Quadrifoglio” in realtà era una casa, dove venivano consumati presunti abusi sui ragazzi ospitati. E’ successo ad Enna, dove la Polizia di Stato ha arrestato Olimpia Arangio, 35 anni e Mario Marasà, 32 anni, rispettivamente la responsabile e il suo stretto collaboratore della struttura con le accuse di maltrattamenti, abusi, violenza privata, malversazione e falso. L’indagine è scaturita da alcune denunce che segnalavano una serie di irregolarità, tra cui anche il fatto che i ragazzi e i disabili erano nutriti con alimenti scaduti e di scarsa qualità, oltre ai maltrattamenti a violenze di varia natura sulle quali stanno ora indagando gli inquirenti, che stanno anche accertando se vi sono stati casi di pedofilia. Le denunce hanno trovato riscontro nelle dichiarazioni degli stessi minori e degli ex dipendenti della struttura.
LE SEGNALAZIONI – Il dirigente della Squadra mobile, Tito Cicero, ha detto che «è stato grazie alle segnalazioni di insegnanti, dipendenti della struttura, persone che venivano a contatto con i bambini che è stata avviata l’indagine».
I CASI SOSPETTI DI ABUSI – Nel corso dell’inchiesta è anche emerso che per 27 ospiti spesso era un solo operatore a garantire la sorveglianza e che proprio questo stato di abbandono avrebbe consentito che un disabile in più occasioni abusasse di una bambina di 2 anni. Nei giorni scorsi sei bambini sono stati riconsegnati alle famiglie. È, infatti, emerso che la responsabile arrestata aveva fornito relazioni al Tribunale per i Minori di Caltanissetta nelle quali falsamente dichiarava che le famiglie naturali di questi bambini non erano idonee al riottenimento dei figli. La donna arrestata lo avrebbe fatto col solo scopo di continuare a percepire le rette.
La casa-alloggio “il Quadrifoglio” è sorta circa tre anni con il compito di assistere i bambini che avevano problemi di carattere psicologico o familiari, mentre da due anni la comunità ha deciso di iniziare ad assistere i disabili, allargando il suo raggio di azione, ed utilizzando due alloggi diversi, anche se si trovavano nello stesso stabile. Nell’ultimo anno i bambini assistititi erano 13, mentre i disabili erano sei. Le rette che pagavano i comuni erano di circa due mila euro al mese, ma la comunità aveva anche difficoltà di carattere pecuniario perché c’era dei comuni, compreso il capoluogo ennese, che non aveva pagato da tempo delle rette, specie quelle del 2005. Subito dopo l’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare i bambini, alcuni dei quali erano in procinto di essere affidati a delle coppie ennesi, sono stati affidati, su disposizione del Tribunale dei Minori di Caltanissetta, a elle comunità di Caltanissetta, Catenanuova e Piazza Armerina, mentre i sei disabili sono stati affidati ai loro tutor.