Enna 14/09/05 – Dal saccheggio totale a segnali di rinascita per la provincia di Enna, dal più alto indice di disoccupazione d’Italia a prospettiva di lavoro per migliaia di giovani; da una provincia politicamente declassata a una provincia che vuole diventare protagonista del mondo politico siciliano.
Enna, secondo Mirello Crisafulli, vice presidente dell’Assemblea regionale, sta crescendo in tutti i sensi, stanno migliorando le sue condizioni socio-economiche e le prospettive sono sicuramente eccellenti perché è cambiato il suo modo di fare politica, e nei grandi appuntamenti non ci sono divisioni di colore politico, ma tutti remano nella stessa direzione.
«Risultati eccellenti si sono ottenuti – esordisce Mirello Crisafulli – proprio davanti a problemi di grande rilevanza, come la istituzione del quarto polo universitario, il lancio del Parco tematico di Regalbuto, che, con i suoi 600 milioni di euro di investimento, sconvolgerà positivamente la provincia; ma ci sono anche altri problemi significativi su cui tutti ci dobbiamo impegnare. Principalmente per il completamento della Nord-Sud, la strada dei “due mari” che dovrebbe unire Gela a Santo Stefano di Camastra, attraversando tutta la provincia ennese. Una strada importante di cui avremo notizie tra qualche giorno, quando a Roma incontreremo i rappresentanti dell’Anas assieme al ministro Miccichè. Poi c’è l’aereoporto internazionale che dovrà sorgere tra Enna e Catania, un aeroporto che, sicuramente, darà ulteriore sviluppo alla nostra terra».
Mirello Crisafulli parla del saccheggio che la provincia ha subito negli anni 90, quando è stato chiusa la miniera di sali potassici di Pasquasia, quando la Telecom si è trasferita a Caltanissetta, quando il Banco di Sicilia ha diminuito l’operatività della sede ennese, quando la fabbrica di laterizi fu chiusa, quando la fabbrica di abbigliamento, la Nuova Intesa di Gagliano, venne chiusa, la crisi del polo tessile di Valguarnera. Tutti fatti, questi, che hanno fatto perdere identità alla provincia ennese.
«Un’identità mortificata, per certi aspetti bistrattata -prosegue il vice presidente dell’Assemblea regionale -; una classe politica che ereditava una provincia che prima era a disposizione di tutti, ma di sé stessa; poi è arrivato il primo segnale di risveglio, segnali di cambiamento nel fare politica con il “Patto territoriale”, il primo ad essere finanziato in Italia . Un “patto” che avrà sicuramente le sue ombre ma anche le sue luci, visto che alcune aziende sono a pieno regime.
«Poi – aggiunge con convinzione l’on. Crisafulli – si cominciò a lavorare sulle prerogative che la provincia aveva da sempre manifestato. La valorizzazione dei Beni culturali, che sono tra i più quotati nel mondo, il progetto di rinascita del lago Pergusa e della sua riserva speciale, un lago che era ridotto a landa malarica, rinato grazie a un progetto concreto e valido, al quale hanno partecipato tutti, senza andare a guardare il coloro politico».
Crisafulli parla anche di un Centrosinistra, la sua parte politica, che prima era scarsamente efficiente, nel quale si lavorava più per fatti personali che per interesse della collettività, e ora si comincia a ragionare, a valutare con serietà e impegno quello che c’è da fare nella provincia ennese.
«Abbiamo costruito giorno dopo giorno una realtà vivace – continua il leader ennese dei Diesse -; un passo avanti ogni giorno, un desiderio di rinascita da parte della popolazione che vedeva in alcuni progetti tanti fattori di sviluppo per il territorio, vedeva in tutti una grande voglia di riscatto.
«Dal Patto territoriale – precisa Crisafulli – c’è stata una corsa continua a far bene, a scegliere delle strategie di lavoro efficaci; sono arrivati gli insediamenti nell’area industriale dovuti ai finanziamenti della 488 e poi, nel 1995, la grande idea dell’Università. Cataldo Salerno, allora, si dimise da vice presidente della Provincia per abbracciare, assieme al presidente della Provincia, Elio Galvagno, il progetto di far diventare Enna quarto polo universitario siciliano. Dopo dieci lunghi anni il “Polo universitario ennese” è diventato una grande realtà. Dall’Università al Parco archeologico (Aidone-Piazza Armerina-Pergusa), i cui effetti positivi si vedranno entro il 2008».
Mirello Crisafulli sottolinea che, a cascata, sono arrivate altre iniziative come i Piani integrati territoriali che daranno una svolta alla zona Nord della Provincia e un incremento al turismo, l’Università si è portata dietro il campus, recentemente rifinanziato dall’Inail con 78 milioni di euro, accanto al campus si costruirà il palasport con 10 milioni di euro, provenienti dal Credito sportivo; quindi, la scelta del lago Pozzilo per la realizzazione del «Parco tematico», il parco di divertimenti più grande d’Europa.
Anche qui c’è stata la collaborazione di tutto il fronte politico ennese.
«A 12 anni di distanza, dunque , di operatività del nuovo modo di fare politica – prosegue Mirello Cirsafulli – si parla già di una nuova rinascita della provincia ennese. Le tante iniziative messe in campo, ovviamente, hanno suscitato grandi interessi, che superano i confini regionali e nazionali, vanno verso l’Europa; ci sono prospettive di nuovi investimenti, perché la provincia è diventata appetibile. E’ questa la “grande sfida” che tutti dobbiamo accogliere, dobbiamo esserci per concretizzare tante idee. Ho accolto con grande favore l’impegno del ministro Gianfranco Miccichè, il quale, a Regalbuto, ha dichiarato che i risultati ci sono stati perché tutti hanno lavorato; Miccichè ci aspetta prossimamente a Roma per il problema della Nord-Sud; ci sarà da affrontare un’altra difficile battaglia, ma la Nord-Sud è troppo importante per il nostro territorio perché darebbe il via alla rinascita socio-economica della zona nord. Dobbiamo riuscirci e al più presto; quindi, l’altra difficile battaglia, l’aeroporto internazionale di cui Sviluppo Italia sta affrontando lo studio di fattibilità.
«Ci sarebbero – aggiunge il vicepresidente dell’Ars – altre cose che sono in cantiere, molte delle quali, legate all’università dalla ristrutturazione della Bavarese e del vecchio ospedale, dagli interventi sulle reti idriche da parte dell’Ato idrico per dare benessere idrico alle popolazioni. Tutte queste iniziative dovrebbero dare, nel giro di due anni, quattro-cinquemila unità lavorative; quindi la vivificazione del tessuto artigianale, che ha una sua importanza per l’economia provinciale; la continua valorizzazione dei Beni monumentali, non dimenticando che siamo una delle province che ha molti siti archeologici. Su queste direttive andremo a costruire il futuro del nostro territorio provinciale, ma dobbiamo essere tutti uniti, magari differenziandoci soltanto per la capacità di operare; devono scendere in campo altre forze, altre energie per garantire il futuro per la nostra popolazione. In questo sono coinvolti non solotanti gli uomini politici, ma tutti i sindaci, tutti i partiti politici, tutte le organizzazioni sindacali e di categoria perché dobbiamo cercare di crescere bene e meglio».