Finalmente Palazzo Trigona con la legge 433/91
Piazza Armerina - 11/01/2005
Piazza Armerina. Forse ci siamo. Dopo incomprensioni, fughe in avanti e promesse non rispettate, pare che la querelle di Palazzo Trigona stia giungendo alla fine. A diramare le nubi è una nota dell’assessore regionale ai Beni Culturali Alessandro Pagano: “Palazzo Trigona potrà essere restaurato con i fondi per la ricostruzione e la realizzazione di interventi sui beni architettonici della Val di Noto così come avevo indicato nel corso della conferenza di servizi svoltasi lo scorso 30 dicembre al Comune di Piazza Armerina – continua Pagano – La Soprintendenza ai Beni Culturali di Enna potrà inoltrare il progetto esecutivo di oltre due milioni di euro al Dipartimento regionale della Protezione Civile che provvederà all’esecuzione dei lavori in base alla legge 433 del 1991 destinata al recupero del patrimonio culturale danneggiato a causa del sisma del 1990”.
Ad indicare la strada della 433 è stato l’11 dicembre scorso nel corso di una conferenza stampa il deputato diessino Mirello Crisafulli, che aveva indicato la legge sul terremoto di Santa Lucia l’unica possibile per recuperare i 2,6 milioni di euro persi con i fondi del lotto. Su imput di Crisafulli la Soprintendenza di Enna aveva inviato il 17 dicembre una nota alla protezione civile in cui chiedeva il finanziamento del progetto essendo Palazzo Trigona “un bene culturale barocco del territorio della Val Di Noto”.
Successivamente, in data 28 dicembre, il Dipartimento regionale della Protezione Civile, in una nota firmata dal Dirigente Generale, Tullio Martella, chiede “l’inoltro del progetto esecutivo per la messa in sicurezza del Palazzo Trigona a salvaguardia del patrimonio culturale della Val di Noto, a mente del disposto dell’articolo 2, primo comma, dell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 2436 del 9 maggio 1996”.
Nella nota si evidenzia anche che “la relativa spesa graverà sulle competenze residue del capitolo di Bilancio 516009 per l’esercizio finanziaria 2004” e si precisa anche che “gli interventi dovranno essere eseguiti con assoluta tempestività”. Sulla base di questa nota, il giorno successivo, cioè il 29 dicembre, la Soprintendenza di Enna inoltrava il progetto esecutivo, quindi cantierabile, del restauro dell’immobile per l’importo di 2,8 milioni di euro.
Crisafulli è serafico: “Meglio tardi che mai. Mi auguro che non ci siano ulteriori ritardi. La soprintendenza ed il genio civile hanno agito nel migliore dei modi seguendo le nostre indicazioni”.
Felicità contenuta in Legambiente che ha anni si batte per questa causa si nota nelle parole del suo esponente Riccardo Calamaio “Accogliamo di buon proposito Speriamo che sia la volta buona non abbasseremo mai il livello di attenzione”.