Arrestato pakistano ricercato

L’esame delle impronte digitali, trasmesse via e-mail, hanno consentito alla squadra Mobile di Rimini di arrestare un pakistano, Jahan Sina di 32 anni, che era stato colpito da ordine di custodia cautelare in carcere, emesso nel febbraio del 2000, dal Gip presso il tribunale ennese, dottoressa Francesca Cercone. Il pakistano arrestato, infatti, nel novembre del 1998 e nel gennaio del 1999, era stato, in concorso con una giovane compatriota, autore di alcuni furti ad Enna Mercato e all’agenzia della Banca Sant’Angelo, furti commessi con l’ipnosi. Jahan Sina si trovava nel carcere di Rimini per scontare una pena per reati contro il patrimonio. Nell’attraversare il confine tra Rimini e la Repubblica di San Marino, il pakistano veniva fermato da alcuni agenti, al quale presentava un passaporto iraniano con il nome di Yazdand You Azad di 36 anni, solo che gli agenti insospettiti, hanno trasmesso le impronte digitali al cervellone del ministero dell’Interno. La risposta è stata immediata in quanto è stato comunicato che il soggetto, anche se sotto altro nome, era colpito da ordine di custodia cautelare per cui lo stesso veniva arrestato e trasferito nelle carceri di Rimini. Veniva avvertito il capo della Mobile ennese, Tito Cicero, il quale confermava che il pakistano era colpito da ordine di custodia cautelare in carcere in quanto resosi responsabile di un furto, per ipnosi, a danno di tre cassiere di Enna Mercato, alle quali aveva sottratto 450 mila lire, mentre nel novembre del 1998, assieme ad una ragazza, era entrato nell’agenzia della Banca Sant’Angelo di piazza Scelfo, e sempre con l’aiuto dell’ipnosi, aveva sottratto al cassiere C.F. la somma di un milione e novecento delle vecchie lire, allontanandosi subito dopo, facendo perdere le tracce, dopo che la Banca aveva dato una sommaria descrizione del pakistano e della sua complice agli agenti della Mobile ennese, che aveva rilevato le impronte digitali sia ad Enna Mercato che presso l’agenzia della Banca. E’ probabile che lo stesso venga trasferito ad Enna per essere interrogato dal magistrato inquirente.

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redazione-vivienna